Kinesiografia
KINESIOGRAFIA in ORTODONZIA
La kinesiografia, unitamente ad altre discipline, mette in risalto che l’apparato stomatognatico è parte integrante di un contesto corporeo ampio e complesso.
Per questo motivo l’ortodontista non può trascurare il fatto che la malocclusione, più che una patologia vera e propria dell’apparato stomatognatico, possa rappresentare il compenso ad una patologia strutturale periferica.
Questa considerazione, rafforzata dall’osservazione che alcuni pazienti nel tempo tendono a ritornare verso la situazione iniziale, quasi come l’avessero impressa nella memoria, induce a sostenere che la risoluzione della patologia non può avvenire imponendo il raggiungimento di parametri predeterminati e generali interni all’apparato stomatognatico, bensì stimolando e guidando le capacità di autoguarigione dell’intero organismo, con l’obiettivo di armonizzare la forma (estetica) e la funzione dell’apparato alle caratteristiche strutturali individuali.
L’abilità è tutta racchiusa nella capacità di disporre la lingua, da sempre considerata organo conformatore, imponendole attraverso i normali dispositivi ortodontici limiti di funzione appropriati, affinché essa provveda a rimodellare fisiologicamente le arcate.
La logica conseguenza di tutto ciò porta ad affermare che:
– l’uso di apparecchiature semplici, non invasive e di forze leggere, affini a quelle biologiche e mai in contrasto con la muscolatura, porta ad accorciare notevolmente la durata delle terapie con conseguenti minori fastidi al paziente e maggiori soddisfazioni all’ortodontista.
Il protocollo kinesiografico prevede:
ESAME INIZIALE
• per individuare l’etiologia della malocclusione ed avere informazioni su eventuali blocchi funzionali che interessino una delle due arcate o entrambe;
• per progettare una terapia mirata e consentire il corretto utilizzo delle apparecchiature ortodontiche.
ESAMI INTERMEDI
• per controllare l’iter terapeutico nelle sue fasi cruciali;
• ogni qualvolta si applichino forze particolari, per controllare se le stesse siano in accordo con lo schema di lavoro individuale e per valutare fino a che punto la muscolatura debba essere sollecitata;
• per individuare con precisione il termine della terapia.
ESAME FINALE
• per valutare la necessità di rimodellamenti occlusali, a volte indispensabili, per il riallineamento dell’apparato stomatognatico al “sistema” e far si che l’equilibrio raggiunto con la terapia possa essere mantenuto nel tempo;
• per avere assicurazioni sulla stabilità della terapia nel lungo periodo.
Dopo il trattamento ortodontico il quadro funzionale è notevolmente cambiato e migliorato in tutti i tracciati. Dal raffronto dei tracciati è possibile apprezzare e quantificare tutte le differenze intervenute; si possono inoltre localizzare le zone dove il movimento è ancora irregolare (e permane una certa sofferenza non riscontrabile all’esame clinico) e valutare la necessità di ulteriori accorgimenti terapeutici.