Kinesiografia
KINESIOGRAFIA in ODONTOSTOMATOLOGIA
Non si può negare che qualunque intervento riabilitativo in campo odontostomatolo-gico sia esso conservativo, protesico o implantoprotesico, ortodontico, parodontale, gnatologico e chirurgico, non deve turbare l’eventuale rapporto fisiologico esistente, per evitare l’instaurarsi di danni iatrogeni ma anzi culminare nel raggiungimento di un rapporto ottimale, unica garanzia di successo e di stabilità nel tempo.
Il termine rapporto sottintende che esista una relazione tra i capi articolari, tra i mascellari e fra ogni dente e il suo antagonista e soltanto quando questo rapporto si mantiene costante, anche nei movimenti, lo si può definire fisiologico.
La constatazione di aver ottenuto delle buone chiavi di chiusura, quindi, non ci può autorizzare a ritenere che questo, da solo, rappresenti un rapporto mandibolo-cranico fisiologico, come pure non può fornire né garanzia di successo o di stabilità, né escludere il determinismo di danni iatrogeni.
Questo è il motivo che ci spinge ad affermare che il Kinesiografo è uno strumento sempre utile, spesso necessario e talvolta indispensabile, in quanto fornisce la rappresentazione grafica tridimensionale e dinamica dei movimenti e quindi i rapporti che si instaurano fra i capi articolari anche alla massima distanza consentendo di valutare il grado di libertà che gli stessi hanno nei tre piani dello spazio.
Ci consente cioè di visualizzare la postura mandibolare in diverse proiezioni:
• in occlusione, condizionata quindi dalla postura del mascellare superiore e dalla disposizione dei denti;
• in posizione di riposo, condizionata cioè dalla postura linguale a sua volta funzione dei diametri intercanini, intermolari e dell’arco incisivo, nonché dalla postura corporea;
• alla massima apertura, alla massima protrusione e lateralità, condizionata quindi dall’attività muscolare e dalla situazione meniscale.
Solo quando la mandibola si sposta mantenendo costanti i rapporti tra i capi articolari nei tre piani dello spazio si ottengono traiettorie continue, con percorsi di andata e ritorno sovrapposti. Questo e solo questo ci autorizza a definire fisiologico, e quindi stabile e ripetitivo, il rapporto mandibolo-cranico.
Il Kinesiografo guida ed impone un protocollo di lavoro nelle riabilitazioni
in quanto strumento diagnostico, prognostico, di controllo delle singole fasi della terapia, ed in grado di visualizzare quando i risultati raggiunti siano stabili nel tempo.
È utile in conservativa, infatti la sua versatilità, non invasività e rapidità d’uso consentono di valutare immediatamente anche eventuali ripercussioni a distanza dell’effetto, ad esempio, di una cuspide non perfettamente modellata.
È necessario in parodontologia allorché, come si auspica, il parodontologo collabori direttamente con l’ortodontista o con il protesista in una riabilitazione su un paziente parodontale, in quanto consente allo stesso di suggerire e controllare quali modifiche morfologiche si debbano effettuare, in caso di protesi, per simulare torques o angolazioni in rapporto alla situazione parodontale o quali eventuali rimodellazioni del tavolato occlusale si debbano apportare al termine di un trattamento ortodontico a compenso di patologie posturali che possono aver favorito una situazione di trauma occlusale.
È indispensabile in chirurgia maxillo-facciale allorché ci sia la necessità di realizzare un morso di costruzione individuale conforme alle caratteristiche muscolo-scheletriche del paziente da curare o quando, alla fine di un iter riabilitativo, ci si trovasse ancora in presenza di grosse discrepanze fra i mascellari e quindi di un rapporto mandibolo-cranico incongruo.