La consapevolezza che il movimento mandibolare è permesso e condizionato dallo stato di conservazione delle superfici articolari, determinato dall’attività muscolare e modulato dai menischi, induce ad affermare che l’analisi dello stesso informa sullo stato di salute e di equilibrio proprio dell’articolazione.
Presupposto indispensabile affinché il movimento esplicato sia fisiologico, nel rispetto cioè dell’esigenza del risparmio energetico, è che risponda alle leggi del moto pendolare, e questo si realizza solo quando i componenti le singole articolazioni mantengono fra di loro, anche nel movimento, rapporti costanti nei tre piani dello spazio.
Il mantenere rapporti costanti fra le articolazioni è garanzia di uno sviluppo fisiologico e quindi simmetrico delle curve asintotiche dei processi di osteoblasi ed osteoclasi, relativi all’attività muscolare.
I movimenti mandibolari, quindi, evidenziano una condizione fisiologica dell’Atm allorquando si esprimeranno in rappresentazioni grafiche caratterizzate da rapporti precisi e costanti.
Pertanto, ad un’apertura normodimensionata devono corrispondere svincoli in anteriorità e lateralità anch’essi normodimensionati.
In particolare, nella norma, il rapporto tra la quantità di verticalità espressa nel movimento di apertura, l’estensione in anteriorità espressa nel movimento di protrusiva e l’estensione in lateralità espressa nel movimento di lateralità destra e sinistra, devono essere direttamente proporzionali (4-1-1).
La presenza di valori diversi da quelli riferibili alla norma, però, non necessariamente rappresenta una patologia, al contrario, nel caso di un’apertura limitata o esagerata, in virtù di particolari caratteristiche individuali, svincoli in anteriorità e in lateralità coerenti saranno espressione di fisiologia individuale.
La valutazione del movimento e la comparazione di più movimenti è un compito senz’altro arduo e difficilmente apprezzabile clinicamente, ecco allora che un esame strumentale in grado di oggettivare e quantificare diventa supporto valido ed indispensabile per un’indagine diagnostica mirata non soltanto all’apprezzamento dei sintomi ma soprattutto all’interpretazione degli stessi, la risoluzione dei quali è condizionata dal fatto che essi possano trovare posto in una soddisfacente spiegazione etiopatogenetica, in relazione alla forma stessa delle strutture.